lunedì 2 aprile 2012


PSICODRAMMA E TAROCCHI INCONTRANO L’ARTE TERAPIA

Alla scoperta di Sé attraverso lo Psicodramma Immaginale, l’Arte Terapia e le Immagini Archetipiche degli Arcani Maggiori.


foto di Luciano Borgna°


  (continua)

  Valeria Bianchi Mian, psicologa, psicoterapeuta specializzata presso la C.O.I.R.A.G. di Torino in Psicodramma Analitico Individuativo si relaziona da molti anni con le immagini simboliche degli Arcani Maggiori (e Minori). 
  Parallelamente alla sua formazione in ambito junghiano, e in Psicodramma Analitico Individuativo e all’incontro con l’opera di Alejandro Jodorowski si è sviluppata l’idea, concretizzata poi una decina di anni fa, passando anche da Iseo con l’annuale “Psicodramma a più voci”, di costruire un percorso avvicinando lo Psicodramma alla strada dei Tarocchi.
  L’opera di Claudio Widmann sulle lame dei Tarocchi esplorate attraverso un occhio “junghiano” - “Gli Arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi” (vedi post precedente) -  è stata ed è l’ulteriore arricchimento di un percorso in itinere, e non fa che confermare la ricchezza dell’esplorazione che inevitabilmente offre la strada aperta dalle immagini arcane.

  Lo Psicodramma esplora ruoli, entra nelle immagini e fa vivere i simboli nell’hic et nunc, ma il tutto avviene in uno spazio protetto. Il cerchio del gruppo, dentro il quale avviene il gioco psicodrammatico non permette l’inflazione psichica, l’immedesimazione deflagrante con l’Archetipo. La potenza dei Tarocchi è quella che qualsiasi immagine simbolica può avere. 
  L’inflazione è sempre in agguato, come un’onda, ed è il confine che protegge, il limite che permette all’individuo di esplorare i contenuti dell’inconscio senza esserne afferrato.
 
  Ma nei Tarocchi è bello anche entrarci, tuffarsi nelle immagini, prima di risalire.
  Diventare per un momento Matti, Bagatti, Imperatrici, Papi, sentire la Luna con i suoi influssi e Le Stelle dentro di sé. Lo Psicodramma permette di “diventare” qualcosa o qualcuno per poi differenziarsene e tornare ad essere se stessi, arricchiti.

  Monica Burato è psicologa, psicoterapeuta Gestalt e Drama Therapist.
  La psicoterapia della Gestalt e il teatro hanno una relazione che dura da più di mezzo secolo. E’ stato Fritz Perls con la moglie Laura e Paul Goodman a mettere in piedi negli anni ’50 un’attiva e feconda collaborazione con il Living Theatre di new York, movimento artistico famoso per il suo tentativo di coniugare l’attività teatrale con l’impegno civile e politico.
  Così come la suddetta compagnia teatrale metteva sul palcoscenico spettacoli in cui gli attori incarnavano visceralmente, fuori da comode metafore, identità critiche verso una parte della società, il teatro gestaltico vuole, o almeno questa è l’interpretazione di Monica Burato, mettere in crisi personaggi e ruoli che provocano, in chi li interpreta, malessere e difficoltà nel vivere con pienezza la vita.
  Attraverso le sintesi tra tecniche teatrali e gestaltiche è possibile sostenere l’incontro con parti alienate di sé, quelle a cui si è smesso di dare nutrimento, quelle che non si riconoscono ancora come proprie, affinché possano ritrovare una voce e un senso. Un posto all’interno di sé, e all’interno del gruppo. Questa premessa teorica fa da terreno per il lavoro di Monica Burato con Valeria Bianchi Mian e gli Arcani Maggiori. Le Ombre, o l’Ombra, dal punto di vista della psicologia analitica. E l’incontro tra le due metodologie nello spazio del laboratorio con i Tarocchi, mette in luce senza svelare del tutto, i misteri del mondo magico che le carte inevitabilmente evocano, anche perché ogni incontro ricco d’Anima è in sé magico, ricco di suggestioni come Le Stelle (XVII).
  Per Monica Burato, far emergere nell’identificazione la propria Papessa o il proprio Diavolo inascoltato da finalmente la possibilità creativa di rivitalizzare le parti, senza necessariamente integrarle, ma di certo per poterne ascoltare la voce. Narrazioni che accomunano il percorso delle due conduttrici. L’ascolto delle voci, la danza degli opposti in gioco. Non c’è un’unica soluzione, ma il gruppo va alla ricerca tra i significati. In modo flessibile, danzante, specifico di quel momento, quel gruppo, quel giro di carte.

  Valeria Bianchi Mian e Monica Burato conducono da dieci anni il laboratorio di Psicodramma e Arcani Maggiori (Tarocchi). E’ un gruppo sempre nuovo, itinerante, crea storie, le sviluppa, le porta avanti nel tempo.
  Con i Tarocchi e poi con l’Arte Terapia nasce un nuovo progetto. L’idea di esplorare il proprio mazzo, costruire le immagini personali che siano da guida all’individuo. Nasce così il laboratorio quindicinale. Attraverso lo Psicodramma di tipo Immaginale (che esplora le immagini e da questo spunto parte), la narrazione corale, il disegno e la fotografia.

  Con Lauretta Guidetto, psicoterapeuta specializzata in Terapie Espressive, danno oggi vita a un percorso nuovo, ricco di possibilità.
Lauretta Guidetto è psicologa e psicoterapeuta, specializzata presso Art Therapy Italiana con sede a Bologna in psicoterapia espressiva con indirizzo in Arte Terapia.

  Il laboratorio si arricchisce dunque di materiali artistici al fine di fornire i mezzi esteriori per dare vita alle proprie figure interiori. Partendo dalle sollecitazioni incontrate durante il lavoro con lo Psicodramma Immaginale condotto da Valeria Bianchi Mian e Monica Burato, si attraverserà il “ponte” verso la costruzione delle proprie immagini, specifiche, eppure riconoscibili universalmente. L’Imperatrice e il Bagatto possono rivivere attraverso la propria storia personale e il proprio mondo interno, trasformandosi e vestendo nuovi abiti, nuove storie e nuovi incontri. Pennarelli, tempere, acquerelli, carta ruvida e liscia, cartoncini e altri materiali forniranno i supporti e i colori necessari a modellare il proprio immaginario. La nostra vita è immersa nei colori e vive fra i colori,
attraverso il loro utilizzo, diamo accompagnamento ai nostri stati emotivi e da loro ci facciamo guidare nella ricerca della tonalità giusta capace di colorare il proprio nostro stato affettivo.

  Per la partecipazione ai laboratori non sono assolutamente richieste capacità artistiche o doti particolari in materia di teatro, pittura o disegno. La funzione dal percorso non risiede nel risultato artistico, bensì nel riuscire a dare un volto all’immaginario.
 
  I simboli degli Arcani Maggiori sono fonte inesauribile di ispirazione e ricchezza, e permettono di arricchire la conoscenza di sé, oltre che di trovare nuove soluzioni per affrontare i momenti critici della vita. Oltre al punto di vista esoterico, che in ogni caso, in quanto occulto, è sempre presente nei simboli anche se temuto dal pensiero scientifico (e Carl Gustav Jung, coraggiosamente, ha sempre tenuto l’equilibrio tra i  molteplici aspetti che i simboli aprono), oltre alle possibili letture divinatorie relative alle carte, esiste dunque un percorso simbolico psicologico. Una lettura psicologica delle immagini interiori richiamate dalle carte. L’esperienza di questi anni ha confermato che i livelli di lettura del percorso iniziatico che i Tarocchi evocano sono molti, e nessuno di essi nega gli altri. L’elemento sincronicità è presente in ogni esperienza di approccio a questi elementi, ci sono immagini nuove che nascono da quelle proposte, elaborazioni che avvengono in gruppo, riconoscimenti della perfetta corrispondenza di un’immagine dei Tarocchi con il proprio stato d’animo e con gli avvenimenti della propria vita in quel momento.
  Le corrispondenze vengono “giocate” nello spazio scenico con lo Psicodramma. L’arte terapia è un ulteriore arricchimento. Ri-dipingere e ri-disegnare, segnare nuovamente il percorso, il divenire di sé e del gruppo è l’originalità che continua a creare. Indipendentemente da tutte le possibili combinazioni di carte che da centinaia di anni sono state lette, guardate e commentate da migliaia di occhi e mani e voci in tutto il mondo. Perché è questa la potenza del simbolo. Universalità eppure sempre nuova luce.

Valeria Bianchi Mian
Lauretta Guidetto
Monica Burato






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